Tamburello

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Dal Giornale di Brescia di giovedì 10 Gennaio 2013

Le glorie del tamburello bresciano

Sono un avido lettore del GdB da tantissimi anni. Leggendo l'inserto «Un anno di sport bresciano» ho notato con grande dispiacere la mancanza di un articolo relativo alla palla tamburello, sport che ha molto seguito soprattutto nell'indoor essendo, a livello italiano, la terza disciplina nelle scuole per numero di praticanti. Esiste anche l'attività open naturalmente. A Capriano del Colle, paese dove sono nato e cresciuto, c'è una società che si sta distinguendo sul suolo nazionale sia per il numero di tesserati che per la bontà organizzativa. Emblematico il fatto che sia stato sacrificato il campo da calcio dell'oratorio per far posto al nuovo campo di tamburello. L'Uso S. Domenico Savio, questo il nome della società di Capriano, conta squadre in tutte le categorie giovanili. Oltre a queste può vantare una squadra nella B nazionale maschile, una nella B nazionale femminile, una nella C nazionale femminile e due nella D regionale maschile. Lo scorso anno un atleta caprianese, Paolo Peroni, ha avuto il pregio di ricevere una convocazione nella nazionale giovanile italiana per una partita disputata in Francia. A Brescia ci sono altre società che operano e che portano avanti la passione per questo spettacolare sport; sono attive società a Flero, Borgosatollo, Gussago, Cortefranca e Travagliato, squadre che hanno in bacheca numerosi titoli tra scudetti, coppe nazionali ed internazionali. Nel Medole di Mantova, squadra vincitrice dell'ultimo scudetto di serie A maschile, figuravano ben tre bresciani: Edoardo Facchetti (allenatore), Walter Derada e Maurizio Zanotti (terzini). Anche Brescia città che negli anni fu teatro di partite di tamburello. Le cronache raccontano che nel 1966 in piazza Vittoria, davanti a 5mila spettatori, si affrontarono le nazionali di Italia e di Francia. Nel 1949 per un torneo gli spettatori furono addirittura 10mila. A Mompiano verso la fine degli anni '20 esisteva uno sferisterio dove si giocava a tamburello; molti anni dopo, su quello stesso terreno, venne costruito lo stadio Rigamonti. Detto questo credo ci siano argomenti sufficienti per testimoniare che questo sport abbia bisogno di qualche ribalta in più rispetto a quelle che già gli sono concesse (modeste a mio parere). Io seguo tutte le discipline sportive (sono stato anche un calciatore dilettante in 1ª e 2ª categoria), riconosco che gli sport come il Calcio, il Basket, il Rugby, la Pallavolo etc. abbiano diritto a maggiore esposizione mediatica, ma sono altresì convinto che anche i cosiddetti sport minori meritino più spazio e più diffusione.

Matteo Ravarini
Capriano del Colle
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